domenica 16 dicembre 2007

mercoledì 12 dicembre 2007

OSTINATO AMORE


L’ho visto fare in piedi. Al buio.
In macchina. In una toilette.
Ho visto consumarlo in fretta…
Come una tazza di caffè.


Ho visto darlo via.
Così, senza poesia.
Triste, malato e giù…
Da non poterne più.


Provato dal dolore,
rassegnato, era li…
Aspettando in silenzio,
di morire così.


L’ho visto. Giuro…Io, l’ho visto!!!


Ostinato amore che
Non ti dai per vinto mai.
Prova ancora perché sai,
di quella bomba sei, più forte tu!


Aspettiamo ancora un po’.
Se sia tardi… non lo so.
Qualcuno vedrai si pente.
Non può fare senza te!


Ti cercheranno fra la gente
C’è chi ti ritroverà
Ti riconoscerà
Amore, finché vuoi,
finché resisti tu…
Rimani dove sei…
Non te ne andare più!


Io ti difenderò.
A nutrirti, sarò io!
Tu sopravviverai,
disperato amore mio!
Ce la farai
Tu esisterai con me

Ostinato amore mio

lunedì 10 dicembre 2007

slide

TU SI NA COSA GRANDE


Tu si' 'na cosa grande per me
'na cosa ca mi fà 'nnamurà
'na cosa che si tu guarda a me
Me ne moro accussì guardanno a te
Vurria sape' 'na cosa da tè
Pecchhè cuanno te guardo accussì
Si pure tu te siente morì
Nom me o dice e a nun me fai capì
Ma pecchè
A (h) dille 'na vota sola
Che pure tu stai tremmanno
Dimme ca me vuò bene
Comm'io, comm'io, comm'io voglio bene a te


Tu si' 'na cosa grande pe' me
'na cosa ca tu stessa non saie
'na cosa ca nun aggio avuto maie
'nu bene accussì, accussì grande

origine


La costruzione del personaggio
Ma nell'atmosfera dei tardi anni sessanta che si sta impercettibilmente spostando dalla ingenua fase del beat (1964-67) all'impegno politico post-'68, Renato stenta a trovarsi un'identità. Sarà nei primi anni settanta con l'avvento del glam-rock tutto cipria, lustrini e paillettes che potrà proporre senza problemi il suo personaggio, che poteva sembrare una scopiazzatura dei modelli d'oltremanica e invece esisteva già da parecchi anni senza potersi tradurre in proposte artistiche per la diffidenza che circondava gli artisti alternativi.

biografia


Anni sessanta: le origini
Renato Fiacchini nasce a Roma in via Ripetta 54 il 30 settembre del 1950. Rischia di morire appena nato, ma viene salvato da una trasfusione di sangue (il suo è un gruppo piuttosto raro, lo 0 Rh negativo - titolo anche di una sua canzone del LP "Erozero" del 1979). Il donatore è un sacerdote. Figlio di un'infermiera e di un poliziotto, Renato vive la sua adolescenza nella borgata della Montagnola (esperienza che gli ispirerà la canzone Periferia anch'essa dell'album "Erozero"). Frequenta le scuole fino alla III media dopodiché si dedica completamente alla sua vera passione: la musica,ballare, cantare, recitare.

Giovanissimo inizia a travestirsi ed esibirsi in piccoli locali romani, assumendo come sfida verso i tanti denigratori (Sei uno zero, è la frase che si sente ripetere più spesso), proprio il nome di Renato Zero. A 14 anni ottiene il suo primo contratto, al Ciak di Roma per 500 lire al giorno. Viene notato da Don Lurio in una delle tante serate spese al Piper, noto locale notturno di Roma. Da qui la scrittura per il gruppo di ballo I collettoni che fa da supporto ad una giovanissima Rita Pavone nel suo show serale.

Registra anche alcuni fortunati Caroselli per una nota marca di gelato. È proprio in quegli anni che nasce l'amicizia di Renato con Loredana Bertè e Mia Martini, trio che spesso girava la penisola in cerca di scritture. Con Loredana fece parte dei Collettoni. Nel 1965 incide i primi brani: Tu, Sì, Il deserto, La solitudine, che non verranno mai pubblicati. Per il primo singolo bisogna aspettare il 1967: Non basta sai/In mezzo ai guai, prodotto da Gianni Boncompagni, anche autore del testo (le musiche sono di Jimmy Fontana), vende 20 copie.

Interpreta la parte del venditore di felicità nel musical "Orfeo 9" di Tito Schipa jr. Lavora come comparsa in un paio di film di Fellini "Satyricon" e "Casanova" e fa parte del cast della versione italiana del musical Hair, insieme, fra gli altri, a Loredana Bertè e Teo Teocoli.

renato zero


« Non fosse stata musica a guarire i silenzi miei, non sarei qui a difenderla, non ti chiederei di credere in lei, lo sai... »
(Renato Zero)

PACIENZA




SI, CI VUOLE TANTA PACIENZIA QUI
PER CAPIRE OCCORRE TOLLERANZA
PER MORIRE E SOFFICIENTE UN ADDIO!!!!

LA GENTE COME ME...

domenica 9 dicembre 2007

sabato 8 dicembre 2007

Quello Che Non Ho Detto «


»


Quello che non ho detto
è uno spazio senza fine
è l’alibi perfetto
di un momento sublime…
è riconciliazione
tranquillità assoluta
tra quello che sarei stato
e ciò che non mi è riuscito…
quello che non ho detto
non piace mai a nessuno
è un gioco irriverente
una sfida contro il destino…
è libertà totale
di essere come voglio
sfuggendo ai pregiudizi
alla legge dell’orgoglio.
Schiavi, dei nostri stessi pensieri
fieri, di questa imbecillità
bravi, a farsi male e a nascondersi
siamo quello che siamo e già
indecisi fra dubbio e sincerità
Quello che non ho detto
sono amori rubati
condannati già prima
di essere frantumati…
dalla furia e dall’arroganza
dei padroni del cuore
sono sguardi che uccidono
senza silenziatore
Eppure il tempo avanza
sfidando le incertezze
non siano quei silenzi
a combattere per noi
poca vita consumata
troppa buttata via
quello che non ho detto
odora di fantasia
devo dirti ancora tanto
se me lo permetterai
un pretesto uno soltanto
così tu deciderai
vivi, se tu sai raccontarti
vivi, non fermarti a metà
fuori, passioni e voglie impossibili
quello che non ho detto chissà
domani forse dal buio… mi salverà
Quello che non ho detto
regola il flusso di ogni emozione
si coniuga facilmente
con le strofe di una canzone
è trepidazione, attesa,
qualcosa si muoverà
fra le pagine bianche
che la vita non scriverà
dirsi tutto fino in fondo
se non soffri non cresci più
nella forza di un incontro
la ragione ritrovi tu
Se la verità fa male
più di tanta ipocrisia
che sia meglio perdonarsi
che voltarsi e andare…
via..

rie renato


RIDI... COSICCHÉ IO RIDO CON IL TUO RISO
E MI TUFFO TRA LE ONDE
DEI TUOI DENTI.
RIDI
COSICCHÉ NEL FUOCO DI QUELLA FIAMMA
SI CONSUMONO LE ORE
DELLA MORTE.
RIDI DELLA DISTANZA
CHE MI ALLONTANA D’AVERTI CON ME
DEI MARI E DELL’IMMENSITÀ
CHE OTTENEBRANO IL MIO RITO
DI POSSEDERTI.
QUANDO TU RIDI NELLA TERRA
IL SOLE SI NASCONDE PER LA VERGOGNA
E S’APRE LO SPAZIO SCONFINATO
PER VEDERTI.
RIDI DEL DOLORE CHE MI FA
PEDERTI/
DELLA MIA ILLUSIONE/
DEL SOGNO CHE MI TIENE SVEGLIA.
RIDI DELLA MIA STELLA
DANNATA PER AMARTI.


azul

ridi renato


RÍE...QUE YO RÍO CON TU RISA
Y ME HUNDO ENTRE LAS OLAS
DE TUS DIENTES.
RÍE
QUE EN EL FUEGO DE ESA LLAMA
SE INCENDIAN LAS HORAS
DE LA MUERTE.
RÍETE DE LA DISTANCIA
QUE ME SEPARA DE TENERTE...
DE LOS MARES Y DE LA INMENSIDAD
QUE ENSOMBRECEN MI RITO
DE POSEERTE.
CUANDO TU RÍES EN LA TIERRA
EL SOL SE ESCONDE DE VERGÜENZA
Y SE ABRE EL ESPACIO INFINITO
PARA VERTE.
RÍETE DEL DOLOR QUE ME CUESTA
PERDERTE/
DE MI ILUSIÓN/
DEL SUEÑO QUE ME DESVELA.
RIETE DE MI ESTRELLA
MALDITA DE QUERERTE.



AZUL
RENATO ED IL SOGNO DIVENTA REALTÀ...

giovedì 6 dicembre 2007

FELICES FIESTAS

FELICES FIESTAS
Gráficos con escarcha

FELIZ NAVIDAD A TODOS MIS AMIGOS

feliz navidar, renatino!!!!
Gráficos con escarcha de Myspace

Chequen mi Slide Show

DESCONSUELO


OTRA VEZ TE DESCUELGAS
DE AQUEL TREN INCONCLUSO
Y ARDES EN MEDIO DE LA TARDE/
GIRAS ALREDEDOR DE ANDENES MUDOS/
DE PUEBLOS EXTRAÑOS/
DE RAICES MUERTAS.
OTRA VEZ REAPARECES
DE AQUELLA TUMBA QUIETA
E INFLAMAS LA MAÑANA/
ATRAPAS MI VOZ EN LAS ESQUINAS/
LOS NUDOS DE CORAJE/
LA ENTRAÑA DE LA LUZ.
OTRA VEZ SALTAS/
OTRA VEZ MUERDES/
OTRA VEZ VUELVES/
SIEMPRE ESTAS LLEGANDO/
SIEMPRE ESTARAS ABRIENDO
UNA PUERTA A MI NADA/
A MIS INTERROGANTES CIEGOS/
A MI ATAUD CEREMONIOSO DE FANTASMAS
Y SIEMPRE ESTARÉ YO/
FRENTE AL ARRIBO DE TU LUVIA HELADA/
COMO EL UNICO SER/
COMO LA ULTIMA SOMBRA DE ESTE MUNDO/
ABRAZANDO MI PROPIO DESCONSUELO.



AZUL

COTIDIANIDAD






CO’MO PUDE IR ACOSTUMBRANDOME A CARECER
DE TODO LO QUE AMO Y NECESITO...?
CO’MO PUDE HACER DE TU AUSENCIA
UN OFICIO LARGO Y CALLADO
FILOSO Y RESIGNADO,
ELEMENTAL Y AMENO
QUE ESTIRA SUS DEDOS
EN LAS TARDES DE LLUVIA
Y CREA TERNURA, INVENTA CARICIAS,
SE MIENTE INGENUAMENTE
QUE VENDRA’S UN DIA A CORTO PLAZO...?
CO’MO FUE’ QUE DE TANTO NOMBRARTE
SE ME HIZO CARNE TU NOMBRE
Y ES YA MI PROPIA EXISTENCIA,
ES ESTA RED QUE EN SANGRE Y NERVIOS
ME COMPONE Y ANIMA...?
CO’MO ES QUE ESTAS MANOS MIAS,
SOLITARIAS Y AMANTES
DEL TERRITORIO DE TU PIEL,
NO HAN PODIDO AUN FUNDAR
SU CASERI’O ENTRE TUS RUINAS
Y EDIFICARTE Y POBLARTE Y EMBELLECERTE
Y DAR A LUZ EN LOS BALCONES DE TUS PUEBLOS,
DE TUS ESQUINAS, DE TUS CALLES
LOS FRUTOS MA’GICOS QUE TE ESTREMEZCAN
Y TE CANTEN...?
………………………………………………………………………..
OH, AMOR!
AMOR DELIBERADO E INCONTENIBLE,
ESTA’S ALLI’, DELANTE DE MIS COBARDES OJOS
Y ME ESQUIVAS LA MIRADA,
TE ESCAPAS COMO EL AGUA ENTRE LOS DEDOS...

Y TAN FUGAZ ES TODO ENTRE NOSOTROS,
TAN IGUAL SIEMPRE,
TAN COTIDIANO EL SILENCIO
Y TAN INEVITABLE EL CHOQUE,
QUE TE CONVIERTES EN MI BRUMA
Y ME CONVIERTES EN TU ESCLAVA
HASTA SENTIR
QUE YA NO ES UN ENEMIGO MI DOLOR
SINO EL AMANTE MA’S SOLI’CITO QUE TUVE.




AZUL

mercoledì 5 dicembre 2007

ESSERE AL SETTIMO CIELO



Quando l´autunno sfogliava le gole /
la luna si bagnava nell´estensione del nulla
e gli uccelli partivano per il mai.
Quando in petto una speranza non c´era /
piangeva l´alba
e si asciugava disolata /
un uomo e il suo sorriso e le sue mani
d´erba
e la sua pelle di mele
venne e si impietosì /
benedisse /
e una canzone che è vicina a Dio /
lo sfiorò.
Venne per innescare con carezze le
mattine
ed ubriaccare l´aria con la sua bocca...
svegliò gli alberi /
sradicò le malerbe:
travolse il mio mondo con parole.
Una notte / in un istante inconcepito
da una nuvola di miele /
quando cedevano le ultime mie difese
dal mio cuore infiammato /
la pele non respirava
e il vuoto assediava...
un artigiano dell´Olimpo / un saggio /
un mago con il suo stormo di colombe /
con passi di eternità
ed occhi d´incendio...
un incantesimo / un bagliore /
un sole / uno splendore
arrivò regale e magnanimo /
e rimase per sempre.

e fu come essere nel settimo cielo.
Fu come concepirlo e concepirmi...
come partorirlo e risuscitarmi:
irripetibile.

UN SOLO PORTO




Ti cercavo sotto i miei passi /
nell´ombra d´un abbraccio oscuro /
contro il pavimento...
dietro i bucchi del silenzio.
Mi illudevo credendoti
nelle vecchie preghiere /
nel mistero del ricordo.
Camminavo goffa
senza conforto
finché, sono discesi dal cielo le eterie
fiamme del tuo corpo /
l´eternità del tuo riflesso /
l´angelo che ha modellato il tuo specchio.
Portavi addosso l´intero mondo /
spiagge assetate nelle tue dita /
la mappa dell´Amore attacata al petto...
la matrice dei miei baci.
Molteplicavi i venti
per parole senza paura...
Da allora c´è un solo porto
dove giungono tutti i miei versi.

CHI SEI???????

FOR EVER...RENATO...

MAGARI


IL MAESTRO




Non t'insegnerò quello che già sai
io scommetto che li straccerai
il maestro è qua ti benedirà puoi esibirti
sbizzarirti

è il momento tuo
lanciati così
butta fuori il meglio adesso si l'anima ce l'hai
conta su di lei
puoi sfidare il mondo adesso, o mai!

La mia vita scorre mentre guardo te
quella voglia di riscatto so cos'è
e nessuno può comprenderti di più
nessun'altro prova ciò che provi tu

io ti guardo e sento che puoi farcela...
maledetta sorte puoi sconfiggerla
non ti lascerò
senz'alibi io no punta in alto credi a me... guarda vanti!

ti trasformerai
tu ti evolverai
sulla scena il segno lascerai
mentre io vivrò silenziosa scia
tu seme della mia pazzia

prenditi i segreti questa eredita
altrimenti il mio lavoro sfumerà
c'è bisogno di talenti come te
troppa volontà che resta li dov'è... muta